Fuori,
guardando
dentro

Aprire una porta in una stanza sconosciuta è disorientante. Giri la maniglia, la nuova stanza emerge lentamente finché la porta non è completamente aperta e la visuale si fa chiara. Ci sono migliaia di segnali da leggere e interpretare. Tutto appare nuovo ma allo stesso tempo familiare. Cerchi di mantenere le cose in prospettiva ma finisci per perderti: è l’arte dell’equilibrio.

Nella storia umana, spesso gli estranei ci hanno offerto prospettive fondamentali sul nostro contesto locale. È come perdersi nella nostra stessa narrazione. I riferimenti storici possono diventare omogeneizzati, mitizzati e, infine, un ostacolo per un ulteriore sviluppo. Ci chiudiamo in noi stessi e vediamo solo ciò a cui i nostri occhi si sono abituati. Un visitatore, invece, continua a essere sorpreso, sconcertato e affascinato. Uno sconosciuto lavora duramente per orientarsi nella nuova stanza.

Ho avuto il privilegio di entrare nella stanza di Brindisi per un po’. Non sempre è stato facile vedere attraverso la rifrazione del sole e le ombre. Ma l’esperienza è stata sia avvincente che costruttiva. Ho cercato di contribuire con un po’ di distanza, fornendo una prospettiva dall’esterno.

Mantenere quella distanza non è stato semplice. Aprendo la porta di Brindisi, dove il porto abbraccia e protegge il cuore della città, la bellezza nascosta si rivela in tutta la sua potenza. Camminare per le vie della città vecchia, oltrepassare la soglia dei monumenti, entrare in chiese e palazzi offre una prospettiva.
Partecipare a incontri cittadini, riunioni comunitarie, scuole ed eventi sportivi restituisce un altro senso. Mi è stato presentato il complesso paesaggio culturale di Brindisi, ed è proprio questa molteplicità di desideri e iniziative a dare speranza.

Da ospite ho colto quanto il Mediterraneo influenzi ancora profondamente Brindisi, soprattutto il suo futuro. Brindisi è – e deve continuare a essere – una porta, un porto e un ponte sul mare che collega l’Italia ai Paesi vicinori, ai mercati e ai visitatori.

Ricordo alla gente di Brindisi che ha tutte le competenze e le risorse umane necessarie per intraprendere questo viaggio. Occorre solo il coraggio di re-immaginare il proprio futuro, radicato nella storia ma senza sentimentalismi.

La designazione di Capitale italiana della Cultura 2027 potrebbe essere esattamente la spinta necessaria per navigare verso il futuro.

Chris Torch,
direttore artistico
del progetto Brindisi 2027